Dal titolo di questo articolo non
manca il punto di domanda, perché non è una domanda. E’ un’affermazione:
dall’ansia e dalle sue molteplici manifestazioni nella nostra vita quotidiana
si può guarire. Possiamo liberarci da quella che dai pazienti stessi viene
definito “il male del secolo” e che è in netto aumento anche nei paesi in via
di sviluppo. Non si tratta di un disclaimer pubblicitario e l’intento di chi
scrive non è quello di vendere una miracolosa e magica sostanza che guarisca
dal male, ma l’intento è quello di
promuovere una ricerca del benessere psicologico, del proprio benessere, dello
stare bene.
L’ansia è uno stato comune a tutti, tutti noi la conosciamo, poiché ci
accompagna nel quotidiano nell’affrontare gli impegni e le responsabilità di
tutti i giorni. E’ anche utile perché permette di adattarsi al mondo esterno e
ai suoi cambiamenti. Soglie molto alte di ansia, invece sono un campanello
d’allarme che ci avverte che ci troviamo in una fase difficoltosa dalla quale
non riusciamo ad uscire, un momento molto stressante e di grave empasse.
Oggi tratteremo un disturbo d’ansia molto comune, il cosiddetto attacco di
panico (DAP – Disturbo da attacco di panico, dal DSM-IV Manuale diagnostico e
statistico dei disturbi mentali) è la manifestazione psicopatologica più comune
legata all’ansia e costituisce la manifestazione in assoluto più violenta in
cui si scatenano veri e propri sintomi ansiosi in un breve arco di tempo.
L’attacco di panico è una manifestazione psicopatologica di cui
attualmente si parla molto, perché molto comune. Crediamo che fosse comune
anche in passato ma probabilmente non ne veniva fatta una corretta diagnosi,
poiché a causa dei suoi sintomi, molto simili ad un disturbo fisico, può non
essere facilmente identificabile.
I pazienti che si rivolgono ad uno psicologo manifestando sintomi tipici
di DAP o problemi di ansia in genere, solitamente hanno una storia clinica
ampia alle spalle e un iter medico travagliato: dal pronto soccorso, al medico
di base, fino a specialisti come neurologi e cardiologi. I sintomi di un
attacco di panico sono molto simili a delle reali patologie fisiche: si
manifestano infatti sudorazione, palpitazione, difficoltà respiratorie,
tremori, vertigini, senso di soffocamento, sensazione di svenimento. I pazienti
durante l’attacco avvertono la sensazione di correre un grave rischio per la
salute e riferiscono di aver creduto di stare per morire.
Generalmente il primo attacco di panico nella vita di una persona si
manifesta inaspettatamente, per cui ci si spaventa molto perché si ha la
sensazione di perdere il controllo della propria persona e di essere in balia
di qualcosa di più grande che inevitabilmente porterà alla perdita di coscienza
o alla morte. Quando diciamo che comincia senza preavviso intendiamo dire che
un attacco di panico potrebbe insorgere anche mentre si svolgono attività
relativamente tranquille e quotidiane come guidare o stare seduti a un tavolo.
Non è l’attacco di panico ad essere pericoloso di per sé (a meno che non
si perda il controllo e ci si trovi in una situazione potenzialmente
pericolosa), poiché si tratta di episodi passeggeri. Sono pericolosi gli effetti
sulla vita sociale delle persone che può deteriorarsi o portare ad altre
complicazioni, come la depressione, l’abuso di psicofarmaci e l’incapacità di
affrontare il mondo esterno.
L’attacco di panico è fondamentalmente la paura di aver paura, la paura
di morire, la paura di impazzire. Le
persone che ne soffrono tendono ad
associare e a spiegare il panico con il luogo e le condizioni in cui questo si
verifica: se si è verificato mentre erano alla guida di un automobile, è
probabile che smetteranno di guidare. Lo stesso, eviteranno cibi e bevande di
un certo tipo, oppure non andranno più in determinati luoghi.
Le condizioni possono essere molto diverse tra loro, anche se spesso
l’attacco di panico si manifesta quando il paziente si sente costretto in una
certa situazione come un mezzo di trasporto, la metropolitana, l’aereo, la
macchina, o situazioni che sembrano costringere in uno stato senza via di
uscita come un ingorgo o un posto chiuso, o al contrario, in ambienti aperti in
cui ci si sente spaesati e senza punti di riferimento.
Esiste una terapia per gli attacchi di panico? Il primo passo che spetta
ad una persona affetta da attacchi di panico è quello di chiedere aiuto ad uno
specialista, sia esso medico (possibilmente specializzato in disturbi mentali)
o psicoterapeuta. E’ indispensabile che vi sia una diagnosi, e una decisione
condivisa sulle modalità di intervento. Bisogna mettere in gioco se stessi e la
propria ansia ed affidarsi al professionista per venire a capo del disagio che
ha provocato gli attacchi. La psicoterapia è un percorso tortuoso e anche
doloroso, ma può nel tempo favorire una elaborazione del proprio malessere e
una graduale risoluzione del problema.
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